Idrocarburi, stop alle trivelle dalla Regione, 4 siti della provincia interessati

18 Aprile 2014 Cronaca
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La Regione Emilia Romagna blocca le trivellazioni e tutti i progetti in corso di valutazione per l’estrazione di idrocarburi dal sottosuolo. E tra questi dovrebbe ricadere anche quello sullo Stoccaggio Stogit tra Alfonsine e Voltana e altri del territorio, tra cui i giacimenti fra Bagnacavallo e Rossetta, le ricerche della Forest Cmi a Massa Lombarda e quelle di Groove Energy che toccano ancora il territorio di Alfonsine.
Dopo le scosse di terremoto del 2012, che hanno sconvolto la pianura emiliana fino alla costa ravennate, l’ente governato da Vasco Errani ha commissionato a una commissione di esperti Ichese (International Commission on Hydrocarbon Exploration and Sismicity in the Emilia Region) lo studio delle possibili relazioni tra attività di esplorazione per idrocarburi e aumento dell’attività sismica nell’area colpita dal terremoto in Emilia-Romagna. I tecnici si son messi all’opera un anno fa e hanno stampato il rapporto lo scorso mese di febbraio.
Dai risultati della ricerca, presentato ufficialmente ai consiglieri regionali solamente nei giorni scorsi, non sono uscite «sentenze» definitive, ma la necessità di approfondire gli studi e quella di lanciare nuovi indirizzi, a livello nazionale, per valutare più attentamente questi procedimenti. E se non è provato il nesso causa effetto tra le attività di estrazione o stoccaggio di idrocarburi, è vero che attività di questo tipo condotte in zone a rischio sismico, potrebbero dare una mano ad innescare fenomeni naturali come la subsidenza o addirittura i terremoti. Tutte congetture da approfondire, che ribaltano certezze e creano forti imbarazzi. Nel frattempo, in ossequio al principio di «precauzione», la Regione ha deciso di porre il veto su tutte le Valutazioni di impatto ambientale, il procedimento che precede la realizzazione di nuovi pozzi o lo sfruttamento dei vecchi per immagazzinare il preziosi idrocarburo.
«Nessuna sottovalutazione dei problemi, ma è necessario un approfondimento tuttora in corso», lo ha detto il presidente della Regione Errani nei giorni scorsi all’Assemblea regionale, dopo la presentazione del rapporto Ichese da parte dell’assessore Paola Gazzolo.
«Per il ‘principio di precauzione’ – spiega il consigliere regionale Mario Mazzotti – si è deciso di estende la ‘moratoria’, che prima interessava i progetti vicini al ‘cratere’ del sisma, a tutti i progetti  sottoposti al Via a cui partecipa la Regione. In altre parole, tutti gli studi e i procedimenti possono proseguire, ma la Regione non rilascerà alcuna ‘intesa’ fino a quando non saranno compiuti nuovi studi». 
E se l’impianto di Rivara, da sempre il più discusso, pare non susciti particolari preoccupazioni, gli occhi sono puntati su quello di Cavone, che verrà sottoposto a nuovi rilievi sul campo. Poi, sulla base di tutti i dati esistenti, compreso quelli raccolti dalla Geotech nei mesi scorsi in provincia, che hanno scandagliato il sottosuolo con geofoni, cavi rossi, camion e micro cariche, verranno utilizzati per mettere nero su bianco un modello dettagliato del sottosuolo e stilare, si spera in tempi brevi, nuove regole per la attività legato allo sfruttamento di idrocarburi.
Nel frattempo, in tutta la regione sono sospese le attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi. Manca ancora un elenco ufficiale, ma tra i progetti sottoposti alla Via vi sono quelli di ricerca e sfruttamento di giacimenti tra Bagnacavallo e Rossetta, le ricerche della Forest Cmi a Massa Lombarda e quelle di Groove Energy che toccano anche il territorio di Alfonsine. E soprattutto il progetto Stogit per riutilizzare i vecchi giacimenti tra Alfonsine e Voltana di Lugo. (Samuele Staffa)
 
 
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