Mazzoni (direttore Hera Ravenna): "Differenziata al 60%, termovalorizzatore spento entro il 2020"

11 Aprile 2014 Blog Settesere
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Entro il 2020 le discariche per l'indifferenziato andranno ad esaurirsi. Cosa accadrà a Ravenna? Lo chiediamo a Tiziano Mazzoni, che coglie anche l'occasione per raccontare come gli stipendi degli amministratori di Hera siano tra i più bassi nelle aziende partecipate e non solo.
Qual è la situazione Ravenna e provincia in materia di gestione di rifiuti?
«Il servizio igiene urbana gestito da Hera nel territorio provinciale ha raggiunto un buon livello di qualità, soprattutto per la raccolta differenziata. In provincia di Ravenna siamo quasi al 60%. Di questo 60%, il 93% viene effettivamente avviato al recupero di materie, quindi un ottimo risultato dal punto di vista ambientale. Il rifiuto raccolto, invece, in maniera indifferenziata è  utilizzato per il recupero di energia continuando a svolgere un ruolo positivo nella gestione dell'impatto ambientale».
E' ipotizzabile il porta a porta anche a Ravenna?
«Il nuovo piano regionale per la gestione dei rifiuti prevede per il 2020 il 70% di raccolta differenziata. Questo significa che ci dovremo attrezzare, ma gli strumenti ci sono e sono diversi. Il porta a porta è uno, poi c'è la raccolta stradale».
Il porta a porta sarebbe più conveniente, si paga in base ai rifiuti e non ai metri quadrati, ma di sicuro è più caro...
«E' caro ma certamente è più efficace perchè prevede un coinvolgimento più attivo dei cittadini. Ha il limite che è più costoso rispetto ad altre modalità. Noi non facciamo scelte né pregiudiziali né ideologiche, ma a seconda del tessuto economico ed imprenditoriale adottiamo lo strumento più efficace. Ad esempio abbiamo notato che le aree del forese, le zone turistiche e alcuni centri storici sono più facili da gestire con il porta a porta. Il centro di Ravenna ha invece bisogno di strumenti più sofisticati, come le isole ecologiche interrate, mentre per le aree urbane residenziali c'è un ottimo rapporto costi benefici con i cassonetti stradali. In proposito installeremo cassonetti di nuova generazione che prevedono la possibilità di riconoscere il cittadino che conferisce i rifiuti. Questo ci porterà ad una tariffazione puntuale, vero obiettivo dei prossimi anni».
L'inceneritore lavora a ritmo sostenuto, ma entro al 2020 terminerà l'attività. Cosa accadrà dopo?
«Il piano regionale dei rifiuti prevede, nel rispetto della gerarchia imposta dall'Europa, la progressiva dismissione delle discariche. Da qui al 2020 le discariche per l'indifferenziato andranno ad esaurirsi. Ne rimarranno due in tutta la regione, una a Imola e una a Ravenna, per la raccolta di rifiuti solidi urbani. Poi ci sono termovalorizzatori, gran parte di nuovissima generazione, che continueranno ad operare. In questo ambito il piano prevede che il termovalorizzatore di Ravenna non sarà più utilizzabile. A quel punto Hera valuterà dove avviare i rifiuti: o utilizzeremo l'impianto di Forlì o quello di Ferrara».
Officina dell'ambiente a Conselice – che riceverà le ceneri degli inceneritori di Hera – può cominciare a costruire. Ma il progetto è osteggiato...
«Officina dell'ambiente è un'iniziativa privata di utilizzo e trattamento delle scorie residue della termovalorizzazione, non dei rifiuti urbani. Riceverà le ceneri non solo dei nostri termovalorizzatori, ma anche di tutti gli altri in regione. Come tutti i nuovi impianti preoccupa i cittadini, c'è una naturale diffidenza».
Fanno bene ad essere preoccupati?
«E' un impianto di tipo industriale, rispettoso delle norme vigenti che ha ottenuto la valutazione di impatto ambientale».
In questo periodo si parla molto di riduzione degli stipendi degli amministratori. Come sono quelli di Hera?
«E' un argomento di competenza degli azionisti, ma voglio sottolineare che in Hera si è già intervenuto per la riduzione del costo degli amministratori. Il prossimo consiglio prevederà un numero inferiore di consiglieri di  amministrazione e con compensi più bassi. Un messaggio è già stato lanciato e gli stipendi degli amministratori di Hera sono tra i più bassi di quelli di aziende di analoga dimensione o importanza». (Federica Ferruzzi)
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