La Regione finanzia 7 progetti per 'integrare' i nomadi, ci sono anche quelli di Faenza e Rimini
Superare i campi nomadi di grandi dimensioni attraverso la creazione di microaree pubbliche e private - queste ultime autofinanziate dai nuclei che si insediano - e l'agevolazione della scelta di abitazioni tradizionali (alloggi sul mercato o quelli popolari in presenza dei requisiti). Sono gli interventi di sette dei nove progetti finanziati dalla Regione Emilia-Romagna nell'ambito del bando approvato dalla Giunta per un investimento di un milione di euro e che attua la legge regionale sull'inclusione di Rom e Sinti votata nel luglio 2015.
"Come avevamo deciso a inizio mandato - ha detto l'assessore regionale al welfare e vicepresidente della Regione, Elisabetta Gualmini - con questo ultimo finanziamento regionale, legato alla legge sui Rom e Sinti, abbiamo inteso promuovere il superamento dei grandi campi e, laddove possibile, il trasferimento di queste comunità in aree molto piccole oppure in abitazioni, così come alcuni comuni hanno già cominciato a fare". L'auspicio dell'assessore è "diminuire le tensioni e il degrado che spesso si accompagnano ai grandi campi e di favorire situazioni di abitazione gestibili, in cui i costi e i doveri di manutenzione sono interamente nelle mani degli abitanti".
I progetti finanziati sono stati presentati dai Comuni di Modena, Carpi e Camposanto, nel Modenese; Bologna, Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna; e da Rimini e dall'Unione di Comuni della Romagna Faentina (Ravenna).