L’ad Licciardi: «Cofco, chiuderemo un 2016 in crescita»

Ravenna | 03 Dicembre 2016 Economia
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Cofco (China National Cereals, Oils and Foodstuffs Corporation), la più grande casa commerciale cinese attiva sul mercato dei cereali, si è aggiudicata per 1,5 miliardi di dollari il 51% della divisione agricola del gruppo Noble, quasi due anni fa. Carlo Licciardi, amministratore delegato di Cofco Resources (ex Noble Resources), azienda che si occupa di commercio all’ingrosso di cereali e legumi secchi (un settore per il quale il porto di Ravenna mantiene il primato di primo terminal cerealicolo dell’Adriatico) è soddisfatto e ottimista.
Quali sono i numeri dell’azienda?
«Abbiamo un fatturato di 500 milioni di euro e 1 milione e 600 mila di tonnellate di merci distribuite tra Italia, Austria, Mar Nero - continua Licciardi che è anche presidente dell’Associazione nazionale cerealisti -. Occupiamo ventuno persone. Facciamo parte di un gruppo multinazionale che opera in tutto il mondo in prevalenza su Nord e Sud America e tutto il Mar Nero».
Può tracciare un primo bilancio del 2016?
«Siamo ottimisti: su Ravenna ci aspettiamo un +8,3%, anche se rispetto a Venezia e Koper non siamo competitivi. Ravenna potrebbe giocare un ruolo maggiore, ma paga il pescaggio più basso».
Si continua a parlare di escavi, qual è la soluzione secondo lei?
«Penso che oltre dieci anni fa si parlava delle stesse cose. Allora una soluzione magica non ci fu e il problema erano i pescaggi e i magazzini all’interno per raccogliere le merci via treno e portarle verso il nord Europa. I terminal sono aziende che hanno sempre investito in asset, molto più performanti di quelli di Venezia.
La logistica è un problema per voi?
«Come azienda vendiamo franco-camion e non risentiamo di particolari problemi di logistica. Più in generale la logistica a valle - mi riferisco in particolare a strade e ferrovie che debbono essere all’altezza delle istanze di riconsegna efficiente delle merci - è un problema anche per Venezia».
Pensa che la mancanza del presidente dell’Autorità portuale abbia influito sugli escavi?
«E’ una questione molto delicata quella degli escavi sia dal punto di vista legale che pratico. Lo smaltimento dei fanghi richiede stabilità. Non ci vuole però un’operazione una tantum ma un impegno costante di manutenzione. Non servono interventi a spot».

Elena Nencini

 
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