Riccardo Caroli (Confartigianato): «Attenzione alle Pmi per uscire dalla crisi»

Ravenna | 10 Ottobre 2016 Blog Settesere
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«Questi anni di crisi hanno portato molti cambiamenti: alcune realtà hanno chiuso, altre si sono rimodellate e adeguate. Il comparto più in sofferenza rimane l’edilizia che funge da traino per molti altri settori e perciò non possiamo farne a meno. Pertanto servono incentivi, anche locali, trovando una formula che aiuti - ad esempio - chi decide di fare una ristrutturazione: creare opportunità farebbe da volano anche per quelle imprese che si devono ancora rimodellare. Dall’altro lato nel manifatturiero abbiamo delle eccellenze nel comparto dei terzisti produttori di componenti che, grazie alla capacità di reinventarsi ogni volta, stanno uscendo o sono usciti dalla crisi. Un altro aspetto importante è quello di fare rete che sta aiutando molte realtà ad uscire meglio da questo periodo difficile». Riccardo Caroli, fresco di rinnovo per il prossimo quadriennio alla guida della Confartigianato provinciale come ultimo atto di un lungo percorso di assemblee che è terminato col congresso di sabato 8 ottobre al Palace Hotel di Milano Marittima, fotografa così lo stato di salute del tessuto economico ravennate. Ad affiancare Caroli, riconfermato al vertice dell’importante organizzazione di categoria dopo il primo mandato, sono stati nominati quali vice presidenti, Lara Gallegati, Chiara Roncuzzi, e Davide Servadei rispettivamente presidenti dei comprensori di Lugo, Ravenna e Faenza.
Come ha accolto la conferma del consiglio?
«Mi fa molto piacere che il consiglio direttivo mi abbia riconfermato alla presidenza di Confartigianato. Credo che dobbiamo tutti lavorare per ridare un po’ di smalto all’aspetto associativo. Con le difficoltà che sta vivendo il mondo della piccola e media impresa, penso che servano tutte le braccia possibili. Un’associazione di categoria forte è molto importante per tutte quelle piccole aziende che non avrebbero, singolarmente, una voce altrettanto forte nei focus con gli enti pubblici dove trovare soluzioni concrete ai problemi. Inoltre dobbiamo stimolarci sempre per avere sempre nuovi servizi coerenti coi bisogni degli associati». 
Quali sono le priorità su cui agire a livello locale per uscire dalla crisi?
«Il lavoro dev’essere il primo punto su cui fare scelte a tutti livelli, quindi anche locale dove incidono pesantemente il modo e i tempi in cui ci si allinea alle normative che incentivano o creano vuoti (come ad esempio il Paer 2020 che se applicato in maniera sbagliata svuoterebbe i centri storici e creerebbe problemi ad ampio raggio a livello industriale). Ma non solo: devono essere ripresi i piccoli lavori pubblici di aiuto al territorio che sono stati congelati dallo scellerato patto di stabilità che puniva anche i Comuni virtuosi. Stessa cosa vale per le manutenzioni e le ristrutturazioni».
Gli altri punti invece quali sono?
«Una battaglia che portiamo avanti da anni è quella per una burocrazia più morbida e qui voglio essere chiaro: non vogliamo che non ci siano regole imposte, anzi è giusto che ci siano, ma non vogliamo che siano luoghi dove nascondersi per non prendersi la responsabilità di fare all’insegna del ‘non faccio, non sbaglio’. Il funzionario pubblico non deve aggravare, ma essere in appoggio alle imprese con le quali deve instaurare un rapporto di tipo collaborativo e non ostativo. Poi seve un intervento celere sulla tassazione: a livello locale è prioritario rivedere gli accordi con Hera riguardo alla Tari, le cui nuove normative hanno portato uno squilibrio che ha penalizzato alcune realtà. In questo caso chiediamo una maggiore attenzione e sensibilità nell’applicazione da parte dei Comuni. Inoltre vanno sostenute nel migliore dei modi le innovazioni tecnologiche e le imprese che le propongono: non sono più accettabili nel 2016 limitazioni nella banda larga. Nella Bassa Romagna c’è la situazione più critica: a causa di accordi pregressi che ha prodotto una situazione a macchia di leopardo molto grave. Non ci interessa dare colpe, ma serve una soluzione».
I lavori al porto che effetto avrebbero sulle Pmi?
«Li aspettiamo con grande attesa: gli escavi e il potenziamento delle infrastrutture del porto possono significare un indotto verticale e orrizzontale incredibile. Potrebbero mettere in moto opportunità e competenze che si possono esprimere con tante imprese locali di tutte le dimensioni. Un miglioramento dei collegamenti verso il porto potrerebbe benefici oltre la provincia di Ravenna. Fiducioso? Lo sono, lo voglio essere: è un’opportunità che non possiamo perdere. La mia speranza è quella che si riesca a mettere in moto la macchina il prima possibile».

Christian Fossi
Nella foto da sinistra: Davide Servadei, Lara Gallegati, Riccardo Caroli, Chiara Roncuzzi e Giuseppe Mauro Ghetti
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