Eni, piano Versalis entro ottobre
Dopo l’incontro Eni-sindacati della scorsa settimana Versalis ha nuovamente delle prospettive. Ma quali? Stando a una nota (su formiche.net) di Paolo Pirani, segretario generale della Uiltec Uil nazionale «i risultati economici di Versalis che, nel 2015 e in questa parte del 2016, hanno segnato una svolta positiva del settore riprendendo redditività, per la proiezione della stessa in una dimensione internazionale. A Ravenna erano previsti investimenti per 200 milioni sulle gomme, ma il progetto gira sui tavoli dal 2000 e per vari motivi (compresa la concorrenza del nuovo impianto realizzato da Versalis a Grangemouth in Scozia) non è più stato preso in considerazione. E’ stato fatto un investimento sul butene da 170 milioni circa, ma non è sufficiente per la sostenibilità economica della filiera dello stabilimento. Si potrebbero revampare le linee di produzione termoplastiche che avrebbero ancora capacità produttiva da esprimere».
Al termine di una carrellata su tutti gli stabilimenti, il sindacalista conclude sottolineando come «la preoccupazione che accomuna tutti i siti Versalis è fondamentalmente quella di individuare le prospettive sugli sviluppi futuri nelle produzioni, perché mentre alcuni siti sono già oggi oggetto di ristrutturazione o di riorganizzazione, altri come Brindisi, Mantova o Ravenna sono condizionati dalla anzianità delle loro produzioni. E nel frattempo i competitors di Versalis lavorano su nuovi prodotti e sulla loro applicazione industriale».
«Eni deve tornare a credere in Versalis e nello sviluppo della petrolchimica in Italia - commentano i consiglieri regionali Gianni Bessi e Paolo Calvano -. Chiediamo una strategia ed una capacità di investimenti che siano all’altezza delle competenze maturate in questo settore e delle aspettative di migliaia di lavoratori diretti e di quelli dell’indotto, oltre che delle loro famiglie. Dal nuovo piano industriale del gruppo che verrà presentato a ottobre ci aspettiamo il consolidamento del piano finanziario, la conferma degli investimenti previsti e nuovi investimenti che consentano di affermare che la chimica e la petrolchimica non sono in discussione, ma rappresentano invece asset importanti per il futuro industriale del nostro Paese».