Danilo Misirocchi (Cia): «Gravi criticità sul primo bando Psr 2014-2020»

14 Aprile 2016 Blog Settesere
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Mentre la Regione Emilia-Romagna pubblica il nuovo bando a sostegno degli investimenti in aziende agricole la Cia - insieme alle altre organizzazioni che rappresentano le imprese e le cooperative agricole della provincia di Ravenna riunite nel Tavolo Verde - esprime forte preoccupazione per la situazione che si sta delineando in merito alla prossima pubblicazione delle graduatorie delle domande, inoltrate entro i termini, per il primo bando delle misure agro-ambientali del Psr 2014-2020.
Presidente Misirocchi, quali sono le problematiche rilevate in riferimento al primo bando sulle misure agro-ambientali?
«Le domande presentate sugli impegni agro-ambientali sono state davvero molte e senza una robusta integrazione dei fondi ne verranno accolte poche e rimarrà così esclusa dal finanziamento l’attività agricola di intere province, fra le quali quella ravennate. L’articolazione di questo bando sta mettendo in evidenza che le risorse attualmente disponibili saranno appannaggio solo di alcuni territori per l’elevato peso assegnato ad alcuni criteri di priorità, come ad esempio le zone con vincoli ambientali. Nelle precedenti programmazioni, pur con la dovuta attenzione ad aree “preferenziali”, l’equilibrio era garantito da una ripartizione dei fondi ai territori (Province), che teneva conto dell’importanza dell’agricoltura locale e della relativa incidenza (Sau, Plv, settori) sul totale regionale».
Durante la discussione sul PSR, Cia Ravenna e le altre associazioni di categoria di questa provincia, come Tavolo Verde, ebbero modo di esprimere il timore e il rischio che tutto questo potesse concretizzarsi e sottolinearono che l’obiettivo da raggiungere era quello di poter finanziare il numero massimo possibile di aziende e di ottenere un riequilibrio territoriale. In diverse sedi furono tranquillizzate in merito dai rappresentanti e dai funzionari della Regione.
Data la situazione che va delineandosi, quali sono le richieste di Cia Ravenna e delle altre organizzazioni del Tavolo Verde?
«Chiediamo che vengano ricercate e adottate congrue soluzioni per risolvere il problema, iniziando con l’anticipare tutte le risorse disponibili del Psr per la Misura 10.1.01 ‘produzione integrata’ della presente programmazione ed eventualmente trasferendo importi assegnati ad altre misure del Psr da mettere a bando in futuro e, inoltre, chiediamo che si faccia tutto il possibile affinché analoghe situazioni siano scongiurate nelle altre misure, a partire da quella in essere sugli investimenti aziendali».
Sono ipotizzabili per gli imprenditori agricoli possibili ‘compensazioni’ con nuovi bandi?
«Non è aprendo altri bandi nei prossimi anni che si potranno fornire risposte al mondo produttivo, perché quasi il 50% delle risorse assegnate per la Misura della produzione integrata è legato al bando 2015 e di conseguenza, con questi criteri, ci si troverà nuovamente di fronte a domande che non potranno essere soddisfatte, generando altra frustrazione negli imprenditori agricoli, anche perché le aziende hanno presentato ora la domanda e non possiamo pensare di rimandare un impegno di tipo tecnico-agronomico a chissà quando, magari con aziende confinanti che da una parte usufruiranno di tali Misure, mentre dall’altra no perché poste o in zone classificate diversamente o in province confinanti: se la situazione rimarrà così emerge anche un effetto indotto, indiretto, di concorrenza sleale».
Le aziende che hanno fatto domanda per il primo bando delle misure agro-ambientali del PSR 2014-2020 devono rispettare gli impegni agro-ambientali dal 1° gennaio 2016 fino all’uscita della graduatoria - che non si avrà prima di giugno - dovendo sostenere, se escluse dai finanziamenti, costi di produzione maggiori.
Quali sono le aspettative di Cia Ravenna per i bandi in apertura o che si apriranno in futuro?
«Cercheremo di lavorare e impegnarci affinché possano essere modificate alcune impostazioni a nostro avviso non incentivanti per tante aziende, soprattutto per quelle che faticano a proporre investimenti importanti. Una situazione critica si intravede anche per la misura sui piani individuali, con bando in partenza dal 15 aprile. Il massimale di investimento ipotetico possibile, fino ai 3,50 milioni di Euro per azienda, anche a fronte di poche domande presentate, farebbe esaurire le risorse in tempi molto brevi soddisfacendo solamente qualche decina di aziende a livello regionale. Le domande potrebbero essere centinaia. Riteniamo che questa impostazione vada contro le opportunità non solo delle imprese agricole ma della Regione stessa».

Foto di Massimo Fiorentini
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