Il mercoledì «marziano» di Conselice con San Grugnone

Bassa Romagna | 08 Febbraio 2016 Cultura
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Federico Savini
Se volete vederne delle belle, nel pomeriggio di mercoledì 10  febbraio fareste bene a recarvi nei dintorni di Conselice, tra una frazione e l’altra, girando su e giù per la campagna non vi sarà difficile sentire nell’aria i rumori festosi di alcune decine di sciamannati che hanno scelto il mercoledì delle ceneri per mascherarsi e gozzovigliare di casa in casa. Cosa? Dite che nessuno è così matto da mettersi a far festa in un pomeriggio lavorativo? Beh, chiedetelo a un conselicese e verificate voi stessi, di persona. «Ci sono ancora persone che e che volontariamente allestiscono autentici banchetti per un gruppo di sbandati nel mezzo di una campagna dove non c’è nulla. Nel mondo contadino era una cosa quasi normale, vedere i padroni di casa uscire col bigoncio e la mestla, ma oggi è roba che credo si veda solo a Conselice». A testimoniarlo è Mentino Preti, da tanti anni a capo di quella banda di amabili dissacratori delle convenzioni che fa capo al comitato di San Grugnone, il tradizionale Carnevale di Conselice, che mercoledì 10 febbraio tornerà a invadere le campagne e a proporre un veglione mascherato serale (al Planet Kart), per poi accogliere migliaia di persone di piazza Foresti il 21 febbraio per la grande parata cittadina di san Grugnone.
Il più originale e divertente Carnevale della Bassa Romagna e non solo, nacque all’indomani della Grande Guerra, quando il comprensibile bisogno di far festa di un gruppo di reduci appena rientrati cozzò contro i divieti e il rigore imposti dalla Quaresima. Caso vuole che questi soldati fossero anche l’élite intellettuale del paese, gente che aveva viaggiato e non aveva idee particolarmente «ortodosse» sull’osservanza religiosa. Ci volle quindi poco a creare, nelle campagne conselicesi, il regno fittizio di del Boystelandm con tanto di Re, il Pangiagleba, che inizialmente venne impersonato da Zeno Buzzetti, leader dei dissidenti quaresimali e grande compositore di zirudele. La visita del re e dei suoi strampalati ministri - che ci misero poco ad adottare enormi capoccioni di cartapesta e maschere fantasiose – trasformavò per sempre in questo territorio la mestizia del mercoledì delle ceneri della colorata baldoria di San Grugnone (nome d’origine ancor più antica, dovuto al naturale «ingrugnirsi» delle genti in prossimità della Quaresima).
La festa giunse all’apice negli anni ’60, con i veglio non più al teatro Comunale in via di ristrutturazione ma direttamente al Baccara di Lugo, che veniva sistematicamente riempito, e poi la nascita della sfilata domenicale, con ospiti grandi nomi dello spettacolo e il lancio di dolciumi e uova di Pasqua, in una giornata oggi dedicata soprattutto ai bambini, con decine di carri e regali per tutti all’ingresso.
«L’anno scorso esaurimmo palloni, giocattoli e uova di Pasqua – dice Mentino Preti -. Ne avevamo 300 di ogni tipo, quindi un migliaio di bambini sono venuti».
Quest’anno li aspettate il 21 febbraio?
«Sì, la formula è sempre quella, con omaggio all’ingresso, tanti carri e il lancio dei dolci. Quella del 21 sarà una festa che si rivolge principalmente proprio ai bambini. L’anno scorso avviammo anche una bella collaborazione con la scuola sulla cartapesta, grazie all’assessore Liverani. Per noi è un fatto molto legame importante. Domenica 21 poi avremo Sgabanaza e ci sarà da divertirsi per l’intera giornata».
La sfilata domenica è entrata a pieno titolo nella tradizione?
«Sì, la facciamo da decenni, la svolta fu probabilmente nell’88, quando chiamammo le ballerine del Cacao Meraviglio all’apice della popolarità. Abbiamo avuto tanti altri vip da allora
Invece mercoledì 10 come funziona?
«Partiremo alle 14 da piazza Foresti, ma si può venire direttamente al cimitero mezz’ora più tardi, da lì ci si incammina per la campagna».
Ci saranno carri?
«Una manciata, il percorso è di 10 km, non adatto a tutti i carri. Ci saranno l’auto del presidente e altre coi musicisti, l’orchestrina che fa da spina dorsale alle festa. E poi ovviamente ci saranno le tappe nelle case e nei bar: partiremo coi maccheroni al ragù, poi a San Patrizio un gruppo di famiglie preparerà polenta al ragù e vin brulè, a Borgo Serraglio l’anno scorso vennero sfornate 150 pizze e, insomma, dopo due ore dovremmo tornare in piazza».
Il veglione?
«Sarà in serata al Planet Kart, mascherato, a 8 euro e con l’orchestra dal vivo. E’ una vera tradizione per noi».
Quanto si lavora nel comitato?
«Parecchio, e certamente non solo negli ultimi giorni. In particolare dobbiamo fare un monumento al nostro carrista, Mario Pagani, che ha allestito da solo interi carri. Noi volontari faremo di tutto per far andare avanti San Grugnone almeno fino al 2019, quando festeggeremo i cent’anni».
 
 
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