In Appello Desio ottiene lo 'sconto' di due anni
Otto anni e otto mesi. Questa è la pena decisa dalla Corte d'Appello nella seduta del 27 novembre per l'ex sacerdote di Casal Borsetti Giovanni Desio, condannato in primo grado, a maggio, per atti sessuali nei confronti di 4 ragazzini tra i 14 e i 16 anni che frequentavano la sua parrocchia, a 10 anni ed 8 mesi. Uno 'sconto' di soli due anni. Confermate le parti civili. Il suo legale, Battista Cavassi, ha già annunciato che ricorrerà in Cassazione. L'inchiesta partì quando il padre di uno dei ragazzini si accorse che sulla pagina facebook del figlio erano stati pubblicati post in orario scolastico. Chiese delucidazioni al figlio che ammise di aver dato le proprie credenziali a Desio che aveva utilizzato l'account del giovane per parlar bene di sè dopo la pioggia di critiche che gli piombarono addosso a seguito della sua caduta in acqua in auto nel canale di Porto Corsini, completamente ubriaco, a inizio 2014. Tramite intercettazioni la polizia portò alla luice gli atti sessuali: emersero tre episodi mentre un quarto, in sede di incidente probatorio. Arrestato nell'aprile 2014, dopo 7 mesi di carcere protetto a Forlì, l'ex sacerdote, dimesso dallo stato clericale dalla Santa Sede, è stato trasferito in una struttura che ospita religiosi in difficoltà a Città di Castello per scontare i domiciliari. Tramite una lettera inviata ai quotidiani, lo scorso anno, s'è scusato pubblicamente con i familiari dei giovani ammettendo di provare profonda vergogna per quanto commesso ed ha ripercorso la vicenda sottolineando di non essere mai ricorso a minacce nè violenze. Si è infine augurato che nessuno avesse perso la fede per causa sua. Seguito da un'equipe di psicologi, non può ricevere visite nè comunicare con l'esterno tranne che con il suo legale, Battista Cavassi e con sua sorella tramite email. Pare però che, negli ultimi mesi, abbia, invece, utilizzato il computer anche per crearsi un nuovo account facebook e postare delle foto. L'ha riportato il Carlino la mattina del 27 novembre. Un profilo che è stato velocemente chiuso dopo che era stato segnalato alle autorità dai parenti di alcuni ragazzi coinvolti nell'inchiesta.